L’Emirato del Qatar ha messo in atto un progetto ambientale di notevole portata. L’investimento dovrebbe creare zone verdi e agricole e aree da utilizzare per pascoli per provvedere al sostentamento degli allevamenti di capre e pecore. L’accordo è stato stipulato a Damasco con il Centro per gli Studi delle zone aride e i terreni secchi (ACSAD). Il Qatar non è estraneo al coinvolgimento in progetti che si occupano di problemi ambientali locali e mondiali.
In effetti la televisione del Qatar con il suo programma tematico che si interessa di scienza analizza problemi per migliorare l’ambiente come ad esempio un dispositivo per abbassare la temperatura interna in una macchina parcheggiata nel periodo estivo, così come modi per produrre energia elettrica dalle onde dell'oceano. Il Qatar ha in programma un progetto di costruzione di carbonio neutro chiamato Energy City Qatar. Ma il progetto di rendere un po’ verde il deserto migliorerà indubbiamente il modo di vivere in quelle zone del mondo dove spesso le temperature estive diurne possono salire a ben 45 gradi centigradi.
La collaborazione dell’ACSAD senz’altro gioverà al Governo del Qatar con una fattiva collaborazione atta a risolvere problemi di non poca rilevanza come il raffreddamento del territorio.
E’ ben noto che l'introduzione di piante e alberi possono ridurre la temperatura di giorno anche di parecchi gradi.
ACSAD non è solamente una Organizzazione che monitora e combatte i problemi della desertificazione, è anche un sussidio didattico per i popoli che vivono nelle regioni aride del Medio Oriente, dal momento che organizza programmi di formazione per i lavoratori sia nel campo dell'agricoltura che di tecnici che lavoreranno con popolazioni indigene non solo nel mondo arabo. Fornisce inoltre consulenza e assistenza tecnica a paesi come il Qatar, e aiuta anche a incentivare il ruolo della donna rurale nello sviluppo agricolo delle loro comunità.
Questa notizia forse è più pubblicizzata all’estero che in Italia dove, invece, dovrebbe avere un maggiore risalto. Difatti traggo notizie e scrivo questo post dopo aver letto “Nature”, che parla del Marsili. Il Marsili è un vulcano sommerso, poco conosciuto e per la solita storia di mancanza di fondi, poco monitorato.
Il Marsili è il più grande vulcano europeo e la sua struttura misura 70 chilometri di lunghezza e 30 chilometri di larghezza. E’ situato a 150 chilometri a sud delle coste della Campania e sappiamo che presenta una discreta attività. Il famoso sismologo italiano Enzo Boschi, Presidente dell’INGV (Istituto di Geofisica e Vulcanologia), ha annunciato che gli ultimi sondaggi effettuati, parlano di una camera magmatica di dimensioni consistenti, 4 chilometri per 2 chilometri
L'INGV ha integralmente costruito in casa un nuovo sismometro a banda larga adatto a lavorare sul fondo marino, a cui è stato collegato anche un idrofono. A luglio 2009 lo strumento è stato testato sul fondo del Mar Tirreno, a oltre 3000 metri di profondità, e poi è stato posto in cima al Marsili, a quota -790 m. Come nel 2006 il vulcano ha dato segni di vitalità notevoli che purtroppo per la loro debolezza non sono rilevabili dalle troppo distanti stazioni a terra.
Quello che preoccupa di più invece sono le pareti del vulcano stesso che si presentano fragili e soggette a movimenti franosi. Una caduta di queste pareti porterebbe ad un versamento enorme di materiale magmatico nel mare stesso, con una grande possibilità di generare uno tsunami, che colpirebbe le coste della Campania, Calabria e Sicilia. Difatti oggi il Marsili è diventato un sorvegliato speciale per il suo stato di instabilità.
In questo momento la Nigeria dovrebbe trovarsi all’inizio della stagione delle piogge, invece il clima è improvvisamente ritornato indietro di più di due mesi con grandi foschie e tempeste di sabbia tipiche del periodo dell’Harmattan . L´Harmattan è un vento secco e polveroso che soffia da nordest, dal Sahara al Golfo di Guinea, tra novembre e marzo: è considerato un disastro naturale. Passando sul deserto, raccoglie fini particelle di polvere (tra gli 0,5 e i 10 micrometri). Quando soffia forte, può spingere polvere e sabbia addirittura fino al Sud America. In alcuni paesi dell'Africa Occidentale, il grande quantitativo di polveri nell'aria può limitare severamente la visibilità e oscurare il sole per diversi giorni, risultando paragonabile alla nebbia fitta. Nel Niger la gente attribuisce all'Harmattan la capacità di rendere uomini e animali sempre più irritabili, ma oltre a questa brutta reputazione, può talvolta risultare fresco, portando sollievo dal calore opprimente. La nebbia e la polvere che caratterizzano l'Harmattan essendo insolite in questo periodo dell'anno, destano delle logiche preoccupazioni. Se si osserva attentamente, si scopre che l’Harmattan che sarebbe dovuto farsi sentire in gennaio e febbraio non è arrivato.
Gli esperti, pur ammettendo di trovarsi di fronte ad una manifestazione che rappresenta un cambiamento climatico, affermano che secondo loro non vi è alcuna necessità di preoccuparsi. E' uno dei segni del cambiamento climatico, dichiara Olukayode Oyesiku, professore di Geografia urbana e Pianificazione territoriale presso l'Università di Tai Solarin University nel sud-ovest della Nigeria. Da parte sua, un esperto di ambiente, il dottor Adeleke Adedoyin, ha detto che si sta raccogliendo il frutto di uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e dell'emissione di sostanze chimiche in atmosfera. Un gruppo di medici ha avvertito che il tempo potrebbe innescare malattie trasmissibili, in particolare, il morbillo e l'influenza stagionale. Quest’anno non c’è tregua per le persone affette da problemi di asma in quanto il clima è costantemente polveroso, e non aiuta di sicuro, commenta il Presidente della Sanità Pubblica di Lagos. I servizi sanitari hanno avvertito la popolazione di coprirsi le facce con panni bagnati e rimanere possibilmente in casa, ma molti hanno dovuto prendere altre vie per guadagnare da vivere via dal proprio paese in cui la maggior parte della gente vive con poco più di $1 al giorno.
Durante la settimana, molti voli, in particolare nella parte settentrionale del paese, hanno subito ritardi a causa del tempo, causando disagi per i viaggiatori e le autorità aeronautiche nigeriane hanno messo in guardia i piloti contro le intemperie, costringendo molte compagnie aeree a cancellare moltissimi voli nel paese. Inoltre, la Commissione federale per la sicurezza stradale ha messo in allerta gli automobilisti di evitare di viaggiare nelle prime ore e la sera tardi, quando la nebbia e la polvere sono più pronunciate.
Oltre 50 milioni di persone sono state colpite da una grande siccità nel sud-ovest della Cina. Secondo fonti dell’agenzia di Stato, Xinhua News Agency, la mancanza di pioggia e le temperature decisamente più elevate della media hanno lasciato 16 milioni di persone con una grande difficoltà di reperibilità di acqua potabile.
Dallo scorso autunno la piovosità nelle regione si è ridotta del 50% ed alcuni fiumi sono completamente secchi; la nazione si aspetta che quasi un milione di ettari di colture non produrranno più a causa della siccità.
Il Governo cinese ha inviato più di 50 milioni di dollari per le regioni colpite e inviato 4.000 soldati per aiutare le vittime della siccità, soprattutto con forniture di acqua. La Cina ha inoltre avviato centinaia di cloud-seeding.
Il Cloud seeding (termine inglese che significa inseminazione delle nuvole) è una tecnica che viene utilizzata per cambiare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso l’emissione in atmosfera di sostanze chimiche che fungano da condensatori per la formazione di nubi.
Le sostanze maggiormente usate sono lo ioduro d’argento e il ghiaccio secco (o biossido di carbonio congelato). Lo stato che fa più largo uso di tecniche di cloud seeding è la Repubblica Cinese, che mira ad incrementare la quantità di pioggia di molte regioni aride.
Secondo il Centro Meteorologico Nazionale Cinese momenti di siccità in futuro si presenteranno sempre più di frequente ritenendo il riscaldamento globale come causa principale.
L'acqua potabile è legata strettamente al benessere della vita umana. In tutto il mondo le fonti primarie di acqua potabile, che includono acque superficiali e sotterranee, sono contaminate da diverse impurità fisiche, dai rifiuti agricoli e quelli industriali, dai prodotti chimici e dai minerali sotterranei. Malattie a carico dell’acqua sono molto diffuse, soprattutto tra le classi a basso reddito della società. Si tratta di un motivo di crescente preoccupazione soprattutto perchè molti non hanno accesso ad acqua potabile sicura, così il controllo periodico della qualità delle acque e l'utilizzo di un adeguato sistema di depurazione, a seconda della qualità delle acque, è fondamentale per una buona salute.
Per i suddetti motivi l’ONU dedica il World Water Day 2010 (Giornata Mondiale dell'Acqua - WWD) al tema della qualità dell'acqua, sottolineando la sua importanza a fianco della quantità nella gestione dell'acqua. Il WWD 2010 e la sua campagna punta a: • Aumentare la consapevolezza nel sostenere ecosistemi sani e il benessere umano risolvendo le crescenti sfide sulla qualità dell'acqua nella gestione. • Aumentare il profilo della qualità dell'acqua incoraggiando governi, organizzazioni, comunità e singoli individui nel mondo ad impegnarsi attivamente nel tema della qualità dell'acqua, ad esempio nella prevenzione dell'inquinamento, nella pulizia e nel ripristino.
Molteplici progetti d’ingegneria eolica, per un totale di 4.500 megawatt, sono stati concessi a varie imprese che investono in Perù e sono stati analizzati per l'approvazione. Inoltre è in via di sviluppo una mappa dell’intensità del vento che consente agli investitori di valutare le diverse aree per la costruzione degli impianti.
Le peculiarità morfologiche del Perù lo rendono appropriato per lo sviluppo di centrali eoliche; l’elevata variabilità di climi, come dichiara l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia, fornisce numerose aree adatte all’installazione di pale. Studi dimostrano che la sola fascia costiera può potenzialmente produrre 65.152 megawatt di energia. Da maggio ad agosto del 2008 il governo ha concesso ben 37 progetti, dichiarati sviluppabili in 24 mesi.
Uno dei progetti più importanti già approvato è un parco eolico a Paracas, un distretto costiero in provincia di Pisco. La società è la Iberoperuana Inversiones (parte del Windiberica), ed ha investito 240 milioni di dollari.
Il parco produrrà 240 megawatt e darà energia elettrica a 80 mila famiglie dell’intera regione di Paracas. L’impianto si sviluppa vicino alla città di Ica e viene chiamato “Parque Eólico San Andrés”.
Nella fascia costiera sono in via di sviluppo altri sette progetti, inoltre la stessa società Iberoperuana Inversiones è stata autorizzata a sviluppare, nell’intero territorio peruviano, altri 15 progetti che vogliono rendere questo stato uno dei principali produttori di energia del Sud America.
Queste iniziative fanno parte della nuova politica governativa basata sull’incremento delle energie rinnovabili, impostate su incentivi per gli investitori, come un tasso di rendimento interno (TIR o IRR Internal Rate of Return ) del 12% e l'acquisto garantito della potenza elettrica generata.
Questi incentivi vogliono portare in due anni ad un utilizzo del 5% dell’energia elettrica prodotta da fonti eoliche. L’ulteriore obiettivo, da parte del governo peruviano, è di arrivare al 2011 con:
un terzo dell’economia basata sul mercato della benzina,
un terzo sul gas naturale
un terzo sulle energie rinnovabili.
I primi progressi sono visibili già adesso: negli ultimi tre anni si è ridotta dal 70% al 53% l’utilizzo della benzina.
La British Airways ha annunciato l'intenzione di usare, per i suoi aeroplani, del combustibile ricavato da rifiuti urbani.
L'impianto per la produzione di carburante sostenibile, creato in collaborazione con la Solena Group e operativo a partire dal 2014, convertirebbe 50.000 tonnellate di rifiuti urbani in 16 milioni di galloni di carburante verde, o “jet fuel grade”, grazie alla tecnologia “Waste to Energy”. Sebbene il volume di carburante fornito inizialmente costituirebbe solo il 2% del consumo totale della British Airways, grazie a questa modifica verranno ridotti le emissioni di carbonio, generate dai carburanti convenzionali per aerei, e, durante il processo di conversione, il 95% dei gas serra rispetto alla produzione dell’attuale combustibile, in accordo con le recenti politiche dell'Unione Europea.
Il problema della gestione dei rifiuti nelle grandi città come Londra è in espansione anche a causa della diminuzione delle aree preposte a diventare discariche. Attualmente quest’ultime riciclano e producono energia in maniera molto limitata, sviluppando, inoltre, metano che viene successivamente rilasciato in atmosfera, e causando danni alle falde acquifere sottostanti tramite infiltrazioni nel suolo di rifiuti, talvolta tossici.
L’utilizzo di combustibili da rifiuti sembra essere, inoltre, la risposta ai gravi danni provocati dalla sostenibilità dei biocarburanti: quelli ricavati da mais e canna da zucchero sono stati tra i responsabili della recente crisi alimentare, mentre quelli derivanti dalla palma minacciano le foreste pluviali. Risultati promettenti, ma con costi onerosi di commercializzazione, sono stati ottenuti dagli studi sui biocarburanti derivati dalle alghe.
Così, trovandoci davanti ad una metodica molto interessante sia dal lato tecnico che commerciale, si ritiene logico cercare di ricavare il combustibile dai rifiuti che ci sommergono.
Le compagnie aeree sono attualmente in attesa della prossima generazione di aeromobili con motori più efficienti ma allo stesso tempo compatibili con la nuova era di carburanti, più puliti e più ecosostenibili.
La compagnia aerea British Airways si è posta due obiettivi da raggiungere entro il 2050: ridurre il 50% delle emissioni di anidride carbonica e di utilizzare il 10% di questo propellente. Quest’ultimo dato stupisce un po’ poiché al momento Londra produce 3 milioni di rifiuti organici all’anno.