martedì 7 settembre 2010

Danni enormi alle foreste pluviali


Parte da Greenpeace l’accusa diretta al Gruppo cartario indonesiano Asia Pulp & Paper (APP).
La Società cartaria viene sospettata di progettare una grandiosa espansione degli sfruttamenti delle foreste indonesiane, comportando enormi conseguenze (deforestazione).
Secondo il rapporto eseguito da Greenpeace, un documento interno della APP risalente al 2007, metterebbe in evidenza il progetto (mai accantonato) di aumentare le capacità produttive da 2,6 a 17,5 milioni di tonnellate l’anno.
Questo piano mette in risalto il fatto che la APP cerchi di impossessarsi di più di 1 milione di ettari di piantagioni vergini da sfruttare.
Nelle province di Sumatra di Riau e Jambi, la società cartaria ha richiesto 900.000 ettari di foreste: sembra che già la metà sia in possesso della potente azienda.

Oltre a Greenpeace anche il Times ha inviato in zona dei giornalisti che hanno rilevato che la cartiera Indah Kiat, di proprietà della stessa Asia Pulp & Paper, viene costantemente alimentata da legname proveniente dalle foreste pluviali.
Numerose sono le accuse che vengono fatte da Greenpeace ad una sfilza di grosse aziende di calibro mondiale che hanno rapporti commerciali da anni con la APP come : Wal-Mart, Hewlett Packard, Auchan, Carrefour, Tesco, KFC, Kraft, Nestlè,Unilever, Kimberly-Clarck.
Le conseguenze di questo sfruttamento eccessivo hanno portato l’Indonesia a salire al terzo posto di un podio sicuramente poco edificante, quello di produttore di gas ad effetto serra.

Attualmente risulta essere il secondo fornitore di olio di palma, componente di centinaia di migliaia di prodotti, molti dei quali sono presenti nelle nostre case e di uso quotidiano. Negli ultimi anni è spesso stato preso in considerazione anche come carburante alternativo al petrolio.
Basta leggere gli ingredienti di moltissime merendine e snack o anche del sapone; lo troverete anche lì !!
La grande domanda di questo prodotto ha fatto sì che le piantagioni di palme siano cresciute in maniera esagerata a discapito di zone protette, terreni agricoli e distruggendo l’ecosistema di molte specie protette come i rinoceronti, gli oranghi e la tigre di Sumatra oltre a mettere in serie difficoltà economiche le comunità forestali.

Posso concludere con una frase molto significativa di un attivista di Greenpeace del sud-est asiatico: “Alcuni marchi mondiali stanno mandando al macero il pianeta”.




Fonte: (Greenpeace)

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