lunedì 13 settembre 2010

Pesca aperta dopo la tragedia


Ho sinceramente dei seri dubbi sulla scelta della NOAA (National Oceanic and Atmosperich Administration) d’accordo con la FDA (Food and Drug Administration) e gli Stati del Golfo, di riaprire il 12 agosto 2010 la pesca commerciale e da diporto per una grandezza di 5144 miglia quadrate, vicino alla zona terribilmente colpita dalla catastrofe della piattaforma petrolifera BP.

Dal 3 luglio la zona è stata controllata sorvolandola dalla United States Coast Guard che assicura che non ci sono tracce di olio in mare.

Tra le 153 specie di pesci pescati tra i quali: cernie, dentici, tonni e mahi mahi, la NOAA afferma che dopo l’effettuazione di severe analisi chimiche, i risultati confermano che la preoccupazione non deve esserci da parte dei consumatori.

L’area di pesca dista circa 115 miglia a nord-est del pozzo BP.

Commissari ed esperti incaricati dai Ministeri interessati, affermano che l’importanza ittica nella zona sia d’importanza notevole per la popolazione che fino al giorno della disgrazia, viveva di pesca e allevamento di frutti di mare.

Spero che tutto questo non sia un’avventata mossa, frutto di pressioni politiche e dalle associazioni delle categorie interessate, per problemi di natura economica.

La zona, assicura la NOAA in stretto contatto con la Food and Drug Admistration e con gli Stati del Golfo, sarà costantemente monitorata per garantire al consumatore un pescato sicuro.

Fonte: (The fishsite)

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