venerdì 5 febbraio 2010

Carenza d'acqua


Non solo i Paesi poveri stanno lottando contro la crescente carenza d’acqua: è previsto che il problema, a breve, raggiungerà le Nazioni ricche del Mondo. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, avvisa Paesi come Stati Uniti, Spagna, Australia e Paesi Bassi a non abbassare la guardia e di far fronte alle conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici, come la siccità, le inondazioni, gli uragani e l’innalzamento del livello del mare.

Secondo dati ufficiali degli Stati Uniti si prevede che lo stato della California, la quinta più grande economia del mondo, potrebbe assistere al declino delle aziende agricole e all’esaurimento dell’acqua nelle principali città già entro la fine di questo secolo. Il responsabile di questi stravolgimenti è senza dubbio il riscaldamento globale.

Si parla perciò dell’arrivo di una crisi mondiale delle risorse idriche e il Governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha confermato l’esistente emergenza siccità. Ad esempio l’aumento della siccità è una delle principali preoccupazioni in luoghi come la Spagna, l’Australia e la California, e l’innalzamento del livello del mare potrebbe essere un disastro per i Paesi Bassi. Il clima sta mutando in tutto il mondo e questa è una certezza, perciò anche noi dobbiamo necessariamente cambiare, per adattarci e sopravvivere, non pensando ai cambiamenti climatici come a qualcosa di lontano che interessa semplicemente i Paesi del Sud del mondo.

Gli scienziati dicono che entro il 2020, da 75 a 250 milioni di persone in Africa si troveranno ad affrontare la più grande carenza di acqua mai avvenuta, proprio a causa del cambiamento climatico. Nei prossimi dieci anni le piogge, già scarse in Africa, potrebbero ridursi del 50%.

Molto attento a queste problematiche è sempre stato Israele, che per far fronte al problema, oggi ricicla il 75% delle sue acque reflue e nel 2016 coprirà il 35% del suo fabbisogno grazie alla dissalazione dell’acqua di mare.

Il Paese sta investendo da anni in questo settore. Priorità numero uno: aumentare il volume d’acqua disponibile con impianti di desalinizzazione e perforazioni ancora più profonde nelle falde acquifere (fino a 1 500 metri sottoterra). Non c’è tecnologia che non sia stata studiata e sulla quale non si sia investito per trovare un rimedio alla siccità.

A sessanta chilometri a sud di Tel Aviv, sul Mar Mediterraneo, troviamo Ashkelon, un gigantesco impianto di dissalazione dell’acqua di mare. Inaugurato nel 2006, ha prodotto circa 100 milioni di metri cubi all’anno di acqua potabile per un prezzo competitivo di 0,53 centesimi per m. Ad Hadera, a nord della capitale, a breve sarà inaugurato un altro grosso impianto che produrrebbe 127 milioni di m3.

Ma per far fronte all’emergenza idrica, il Governo ha introdotto una seconda priorità: migliorare l’efficienza del sistema. I dati dicono che dal 1960, il consumo di acqua potabile è rimasto costante, nonostante l’aumento della domanda relativo alla popolazione e all’agricoltura, spiegano i funzionari governativi.

Come ci sono riusciti? Nel 1960, l’uso di acqua potabile era a scopi domestici e agricoli. Oggi, gli agricoltori sono fortemente incoraggiati ad utilizzare solo acqua riciclata. Alcune produzioni sono state semplicemente eliminate, come la coltura del cotone, che consumava troppa acqua. Con il riciclaggio del 75% delle sue acque di scarico, il paese è oggi leader nel settore a livello mondiale.


[Fonte: Le Figaro]

1 commento:

  1. Dobbiamo imparare a non sprecare l'acqua, ancora non ci rendiamo conto della situazione e come potrà cambiare in futuro, un giorno condanneremo certi atteggiamenti superficiali nell'uso e consumo dell'acqua

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