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Attorno agli anni ‘80 si scoprì che quella terra estremamente fertile era il prodotto del lento bruciare di alberi e rifiuti legnosi.
Questa terra è stata usata per fertilizzare il suolo per secoli ripristinando aree agricole del Rio delle Amazzoni, soprattutto in modo sostenibile. Oggi le speranze riposte nella Terra preta, come per altri fertilizzanti, è attrarre alcuni funghi e microrganismi e tutte quelle piccole forme di vita che consentono alle piante di assorbire e trattenere le sostanze nutritive e mantenere l’humus e quindi il terreno fertile per centinaia di anni. I microrganismi utilizzano le varie parti dei vegetali in modo da creare una superficie dove le sostanze nutritive possono meglio attaccarsi.
Le varie università stanno studiando la Terra preta e confermano che i suoli scuri dell’area Amazzonica, ancora oggi dopo centinaia di anni, mantengono le loro sostanze nutritive e addirittura idrocarburi, che provengono principalmente dalla trasformazione della CO2.
Ciò suggerisce che l’aggiunta di Terra preta o un fertilizzante di questo tipo nel suolo potrebbe aiutare le regioni del mondo caratterizzate da suoli acidi ad aumentare le rese agricole.
Inoltre, il fertilizzante sostenibile potrebbe contribuire a ridurre la quantità di emissioni di gas serra rilasciati nell’atmosfera in quanto si è visto che la combustione del legno di un albero immette nell’atmosfera il 95% del carbonio immagazzinato dal vegetale. In presenza di Terra preta si ha una riduzione del 45-50% del carbonio rilasciato. Il resto è emesso in diversi derivati del carbonio la maggior parte dei quali sono chimicamente inerti per lunghi periodi di tempo (migliaia di anni), come nei terreni contenenti calcio e silicati il carbonio reagendo con il calcio produca semplicemente del innocuo carbonato di calcio che rimarrebbe nel suolo sotto forma di pietrisco e di polveri. La nuova Terra preta, avvenieristicamente parlando potrebbe essere iniettata sottoterra così da sequestrare la CO2 per secoli.
Fonte: (GenitronSviluppo)
Ciò suggerisce che l’aggiunta di Terra preta o un fertilizzante di questo tipo nel suolo potrebbe aiutare le regioni del mondo caratterizzate da suoli acidi ad aumentare le rese agricole.
Inoltre, il fertilizzante sostenibile potrebbe contribuire a ridurre la quantità di emissioni di gas serra rilasciati nell’atmosfera in quanto si è visto che la combustione del legno di un albero immette nell’atmosfera il 95% del carbonio immagazzinato dal vegetale. In presenza di Terra preta si ha una riduzione del 45-50% del carbonio rilasciato. Il resto è emesso in diversi derivati del carbonio la maggior parte dei quali sono chimicamente inerti per lunghi periodi di tempo (migliaia di anni), come nei terreni contenenti calcio e silicati il carbonio reagendo con il calcio produca semplicemente del innocuo carbonato di calcio che rimarrebbe nel suolo sotto forma di pietrisco e di polveri. La nuova Terra preta, avvenieristicamente parlando potrebbe essere iniettata sottoterra così da sequestrare la CO2 per secoli.
Fonte: (GenitronSviluppo)
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