lunedì 4 gennaio 2010

Grande ritiro del lago Aral

L’enorme ritiro del litorale del lago Aral si può notare in maniera evidentissima dalle immagini che vengono rilevate dai satelliti e inviate a terra dal 2006 al 2009.

A suo tempo era il quarto lago al mondo per grandezza, ma la drastica riduzione delle acque del lago Aral incominciò dopo che l’Unione Sovietica, negli anni ’60, iniziò grandiosi piani per rendere coltivabile la steppa Asiatica. I grandi fiumi del Kyrgykistan e del Tajikistan furono incanalati per irrigare i campi di cotone e di riso e quindi l’acqua dei fiumi arrivava ai campi, ma non arrivava al lago Aral.
Il porto di Aralsk , che una volta possedeva una florida industria ittica ed un porto fiorente per il commercio del cotone e dell’olio, ora e’ un deserto sporco dove magri cammelli pascolano fra i relitti di navi arrugginite adagiate sulla sabbia.

Verso la fine del 1980 il lago era caratterizzato, a nord, da piccoli bacini d’acqua controllati dal Kazakistan mentre a sud, caratterizzato da una forma a ferro di cavallo era sotto il controllo del Kazakistan e dell'Uzbekistan.
Venti anni dopo, il grande lago di Aral era semplicemente diviso in due lobi, uno occidentale e uno orientale. Si nota comunque che il ritiro, immortalato dalle immagini satellitari pervenute dal 2006 al 2009, sia stato di 70 km, portando ad una perdita di circa l’80% delle proprie acque.

In origine misurava 150 km in lunghezza e 70 km in larghezza. Secondo la previsione degli esperti la parte meridionale del lago si estinguerà del tutto entro il 2020 anche se ci sono dei progetti atti a salvare la parte settentrionale, come il progetto Kok-diga Aral , un progetto congiunto della Banca Mondiale e il governo del Kazakistan. La costruzione della diga è terminata nel 2005 e si può affermare che il livello d’acqua è aumentato nella parte settentrionale di media di circa 4 metri. Gli abitanti della zona con l’andare degli anni hanno cambiato il nome al lago, oramai è diventato Aral Karakum (deserto), in quanto l’indietreggiamento delle acque ha messo a nudo una zona di 40.000 kmq di terreno. Ogni anno, tempeste di sabbia spostano almeno 150 000 tonnellate di sale e sabbia con l’aggiunta di fertilizzanti chimici provenienti dal letto inaridito del Karakum Aral trasportandoli per centinaia di km, causando gravi problemi di salute per la popolazione locale e regionale, rendendo gli inverni freddi e le estati calde.



La Banca Mondiale, nel 2007, ha garantito al Kazakistan un altro prestito per cercare di mitigare questo enorme disastro ambientale con la messa in opera di un’altra diga che ha il compito di trattenere l’acqua alla bocca del fiume Syr Darya nella parte settentrionale, anche per ridurre la salinità che aveva annientato la popolazione ittica del lago. Possiamo dire, inoltre, che il Kazakistan, ultimo stato attraversato dal fiume Syr Darya , è stato l’unico in Asia Centrale ad aver firmato una legge internazionale sui fiumi transfrontalieri anche se gli accordi internazionali riguardanti la tutela della zona sono cessati negli anni 90’.

Fonte: (ScienceDaily)

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