sabato 5 dicembre 2009

Tsunami alle isole Samoa

Uno tsunami generato da un terremoto di 8 gradi della scala Richter ha provocato molte vittime nelle isole Samoa americane. Interi villaggi sono stati spazzati via dalla furia delle acque. Il sisma è avvenuto alle 19.48 ora italiana (le 6.48 di martedì 29 settembre 2009 ora locale) nell'Oceano Pacifico a circa 200 km a sud-ovest delle isole Samoa. Il centro del sisma è stato posizionato a 18 km di profondità e si tratta del sisma più forte al mondo dal 12 settembre 2007, quando avvenne un terremoto di 8,5 Richter a sud-ovest di Sumatra, in Indonesia.In quella tragica occasione il sisma spinse l’intera isola di Sumatra, a circa 100 metri a sud ovest. Quest’ultimo è stato il più forte sisma degli ultimi 40 anni e il quinto a partire dal 1900. Le aree che sono state colpite sono quelle vicine all’Oceano Indiano : India, Sri Lanka, Malesia, Bangladesh, Thailandia, Indonesia e Maldive. Gli tsunami generati per la maggior parte nella zona dell'Oceano Indiano si propagano verso le coste sud-ovest di Giava e Sumatra, perché la placca Indo-Australiana è in subduzione sotto la placca eurasiatica al suo margine orientale.

SUBDUZIONE: La zona dove è avvenuto il movimento tellurico è geologicamente molto complessa è posta al confine tra la placca pacifica e quella australiana in un area che in realtà si divide in una serie di microplacche che si muovono l'una rispetto alle altre. In generale si può dire che la placca pacifica subduce (sprofonda sotto) quella australiana. La placca pacifica si muove verso ovest a una velocità di 8,6 cm all'anno. Il confine scorre più o meno in direzione est-ovest, ma la zona dove c'è stata la scossa (l'epicentro preciso è stato localizzato a 15,56° Sud e 172,07° Ovest) fa da perno e la direzione del contatto tra le placche cambia e passa da nord-est verso sud-ovest. Dopo il terremoto la frattura si è estesa e si sono registrate scosse (la più forte delle quali di 5,9 gradi) a ovest della linea di subduzione a conferma del movimento verso la profondità della zolla pacifica. Uno tsunami, che a volte a torto viene definito come un maremoto, è una serie di grandi onde create quando terremoti sottomarini determinano un movimento improvviso del fondo marino. Il movimento del fondo marino genera un impulso improvviso che provoca uno spostamento della colonna d'acqua in senso verticale. Il risultato è un lungo treno di onde. Come l'onda si avvicina alle acque poco profonde, rallenta, ma l'energia dell'onda rimane costante. Questa azione induce l'onda ad aumentare in altezza, anche più di 30,5 metri (100 piedi) in alcuni casi. Mentre i terremoti possono essere devastanti, di particolare interesse per i residenti delle zone costiere sono i sisma generati da onde o spesso definito come lo tsunami, che significa "onda del porto". Le autorità parlano di almeno 10.000 persone uccise dopo il terremoto nella zona di Sumatra.

La storia racconta che anche in Italia e in mediterraneo:

Circa 8000 anni fa un gigantesco tsunami devastò il mediterraneo interessando le coste della Sicilia orientale, l'Italia meridionale, l'Albania, la Grecia, il Nord Africa dalla Tunisia all'Egitto, spingendosi sino alle coste del vicino oriente dalla Palestina, alla Siria ed al Libano. La causa fu lo sprofondamento in mare di una massa di 35 chilometri cubi di materiale, staccatosi dall'Etna, in seguito ad un sisma di eccezionale magnitudo. L'onda iniziale che si generò era alta più di 50 metri e raggiunse le propaggini estreme del Mediterraneo orientale in 3 o 4 ore, viaggiando alla velocità di diverse centinaia di chilometri orari. Tale sconvolgimento determinò la scomparsa improvvisa di numerosi insediamenti costieri di epoca neolitica, come è stato dimostrato dai ritrovamenti archeologici sulle coste di Israele. Lo studio che ha portato alla dimostrazione di questo evento cataclismico è stato condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con finanziamento del Dipartimento di Protezione Civile, nel 2006.
In epoca abbastanza recente varie fonti riferiscono di uno tsunami a seguito del terremoto della Val di Noto, del 1693, quando una gigantesca ondata devastò le coste orientali della Sicilia dopo che il mare si era ritirato di centinaia di metri. In questo caso l'epicentro del sisma si ritiene fosse situato sotto il fondo del mare, una trentina di km, al largo di Augusta. Il terremoto di Messina del 1908 innescò un maremoto di impressionante violenza che si riversò sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle località della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza. Lo tsunami in questo caso provocò molte più vittime del terremoto. Un movimento dell'acqua di dimensioni più contenute rispetto ad uno tsunami si verificò nel dicembre 2002 nel Mar Tirreno. Seppur di piccole dimensioni, l'onda generata, alta alcuni metri, distrusse parte delle zone costiere abitate di Stromboli e causò danni e disagi alla navigazione.

Fonte:(Wikipedia) (New Scientist)

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