
In un'altra seduta il Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino, Friends of the Earth e il WWF, hanno chiesto all’IMO un maggiore controllo sull’inquinamento dei lubrificanti delle navi di tutto il mondo. Sembra che addirittura 244.000 tonnellate di oli lubrificanti a base tossica, vengano rilasciati in mare ogni anno.
Nello stesso momento bisogna evidenziare l’impegno e gli sforzi che certe società hanno fatto e ancora stanno effettuando per ridurre i consumi e le emissioni: parlo dello sviluppo effettuato sulle “navi a vela”. Le più impegnate sono la Enercon di Aurich e la Beluga Shipping di Brema, tutte e due tedesche.
Il trasporto marittimo a livello globale è responsabile attualmente del 4% del rilascio di anidride carbonica. Bruciando nafta, le navi inquinano più degli aerei che vanno a cherosene, mentre con i motori a regime ridotto rilasciano meno gas serra. E i risparmi saranno tangibili. Come ben sappiamo il trasporto navale è un problema dal punto di vista dell’impatto ambientale, dato che la nave è uno dei mezzi più inquinanti. Inoltre, anche il prezzo sempre più alto del petrolio ha dato il via alla ricerca di imbarcazioni sempre più “eco-compatibili”.
Le “navi a vela” utilizzano un kite che altro non è che un’appendice dal disegno a metà fra una vela e un paracadute, trattenuta a prua da lunghi cavi e capace di catturare anche i venti che viaggiano a una quota superiore al livello del mare.
Il kite in navigazione viene controllato da un computer, si apre fra i 100 e i 300 metri sopra la nave e può essere usato con venti fra sette e quaranta nodi, cioè fra 12 e 74 kmh.

Fonte: (Yeslife)