domenica 16 gennaio 2011

Ricordiamoci Bhopal


Una immane tragedia sconvolse più di 25 anni fa l’India (notte tra 2 e il 3 dicembre 1984) e più precisamente gli abitanti di Bhopal.

Una fabbrica di pesticidi ( Union Carbide oggi Dow Chemical) fece fuoriuscire in forma gassosa una nube tossica di 40 tonnellate di isocianato di metile.

Nei primi 3 giorni morirono dalle 8 alle 10.000 persone, mentre altre 25 mila morirono in seguito alle complicazioni.

Le migliaia di sopravissuti hanno trascorso questo lungo periodo di oltre un quarto di secolo in condizioni precarie per i postumi che hanno intaccato le vie respiratorie, causato problemi neurologici, della pelle e degli occhi.

Il gas disperso ha inquinato il territorio, le falde acquifere e nell’acqua che scorre vicino all’impianto è stato rilevato un contenuto di pesticidi del 40% superiore alle normative indiane mentre un altro campionamento evidenziava una percentuale di ben 2400 volte superiore alle normative internazionali. Mi limito a ricordare questa tragedia anche se non posso esimermi dal denunciare il trattamento che la società Union Carbide ha riservato dopo anni di dibattimenti in tribunale ai sopravissuti con problemi.

Il problema è stato risolto con un indennizzo di 470 milioni di dollari, cifra irrisoria rispetto ai 10 miliardi di dollari calcolati dalle commissioni competenti.

Purtroppo, troppo spesso si denunciano in tutto il mondo fuoriuscite di sostanze “sconosciute” da impianti chimici, dando la sensazione ai cittadini che a quanto pare tragedie come Bhopal si dimenticano molto facilmente.

Venticinque anni dopo Bhopal, migliaia di sopravvissuti e gli abitanti locali sono ancora in attesa di giustizia, e milioni di persone in tutto il mondo non sono adeguatamente informati in merito o protetti da prodotti chimici usati vicino alle loro case. Abbiamo bisogno di fare un lavoro migliore con la sicurezza chimica, perché le conseguenze del fallimento sono tragiche.

Fonte: (Scienceblogs)

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