domenica 14 novembre 2010

Bombe nascoste


Sembra che ci si sia accorti solamente in questi giorni che nei mari di tutto il mondo sia presente una enormità di relitti navali. Il mensile “Focus” , successivamente all'uscita della notizia da parte del “New Scientist”, pubblica un articolo molto interessante. Sembra che si possa parlare di un'ecocatastrofe postbellica, infatti dopo quasi 70 anni dall'affondamento di 8.659 relitti (tra queste più di 1500 petroliere), l’acqua salata ha corroso le lamiere fino al limite della tenuta dei serbatoi contenenti, oltre al carburante, varie sostanze chimiche tra le quali l’iprite, tutte potenzialmente pericolose .
L'iprite è una sostanza chimica pericolosissima, da sempre proibita da tutti gli accordi umanitari internazionali che, una volta gli eserciti avevano comunque in dotazione, per rispondere ad eventuali attacchi chimici dei nemici.
Verso la fine del conflitto le armi chimiche divennero un fardello imbarazzante da far scomparire e si decise di farle affondare. In Italia gli alleati le inabissarono al largo di Manfredonia e davanti all'Isola di Ischia, mentre Hitler ne ordinò invece lo smaltimento nei fondali a sud di Pesaro, dove sono tuttora e costituiscono una seria minaccia per l'ecosistema marino.
Nel Mediterraneo se ne contano 361 e, a causa dei processi corrosivi, potrebbero presto rilasciare in mare una quantita' di carburante 20 volte superiore a quella uscita dalla piattaforma della BP nel Golfo del Messico e 10 volte la perdita della Exxon Valdez.

Fonte: (New Scientist)

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